Parassiti esterni del cane e del gatto
- Pulci: Pulicosi
- Pidocchi: Pediculosi
- Acari: Cheyletielliosi Otocariasi Rogna sarcoptica Rogna notoedrica Demodicosi - Zecche - Miasi
La PULICOSI
Ctenocephalides canis e Ctenocefalides felis, Le PULCI, sono comuni parassiti del cane e del gatto.
Come e dove vivono le pulci, come si riproducono, le loro tappe evolutive… in parole povere il loro ciclo biologico.
Le pulci adulte vivono, si nutrono e si accoppiano sull'ospite e sempre sui nostri amici depositano le uova che si disperderanno nell'ambiente dando origine alle larve. Le larve, nell'ambiente, per sopravvivere si costruiscono attorno il bozzolo, passano allo stadio di pupa e una volta adulte escono dal bozzolo e vanno alla ricerca di un ospite.
Per controllare il problema dobbiamo agire su sue fronti, in modo diretto sull'animale, in modo indiretto sull'ambiente, dove si trovano sia le forme adulte che quelle larvali.
L'infestazione da pulci non va mai sottovalutata (soprattutto nei cuccioli e nei gattini dove può dare, se massiva, anemie in alcuni casi anche gravi). In generale, i sintomi che si possono riscontrare sono: variazione del comportamento (balzi inaspettati, atteggiamenti di infastidimento, corse non spiegate altrimenti), fenomeni allergici in seguito al morso della pulce e forme di dermatiti, in quanto il cane grattandosi (le zone interessate maggiormente sono il dorso l'addome ventrale e il collo) si lesiona la pelle con successiva perdita di pelo. A caccia di pulci sul suo mantello, al cane può capitare di ingerirne qualcuna e andare incontro alla teniasi (parassitosi intestinale che si riconosce facilmente controllando le feci del cane che contengono dei piccoli puntini bianchi simili a chicchi di riso. Beh se li avete visti niente di grave, il veterinario vi darà il prodotto giusto per risolvere il problema.)
Per quanto riguarda il trattamento diretto sicuramente esistono prodotti molto efficaci e a lunga protezione di cui sarete sicuramente a conoscenza rimandandovi in ogni caso al vostro veterinario che saprà ben consigliarvi. Vorrei soffermarmi un po sul controllo indiretto,cioè su come dobbiamo agire nell'ambiente evitando cosi risultati transitori seguiti da inevitabili reinfestazioni.
Il punto di partenza è la casa dove vivono i nostri amici e sicuramente le misure di controllo più efficaci sono quelle meccaniche come ad esempio:
- Aspirazione di tappeti, coperte e tappezzerie in genere
- Lavaggio con detergenti
- Lavaggio frequente dei pavimenti
- Lavaggio del giaciglio dell'animale
In questo modo sicuramente riduciamo significativamente la concentrazione delle uova e delle larve di pulce.
In ogni caso le uova e le altre forme immature possono essere uccise anche mediante impiego di prodotti insetticidi idonei da disperdere nell'ambiente, ne esistono sia in forma di spray, aerosol o fumigazioni da utilizzare solo su consiglio del veterinario in quanto possono risultare tossici se usati a dosi errate !Attenzione! Dovete trattare accuratamente tutta la superficie frequentata dall'animale, ma non meno importante, bisogna intervenire anche nelle aree immediatamente adiacenti all'abitazione soprattutto dove più frequentemente transita l'animale, vi consiglio le zone in ombra e dove il terreno si mantiene umido, habitat ideale per lo sviluppo delle pulci. La PEDICULOSI I pidocchi che colpiscono il cane sono il Trichodectes canis (pidocchio pungitore) e il Linognathus setosus (pidocchio succhiatore) mentre nel gatto è importante solo Felicola subrostratus (pidocchio pungitore).
Anche i pidocchi adulti si accoppiano e si nutrono sull'ospite, le femmine depongono le uova che rimangono adese ai peli (lendini), le uova si trasformano in ninfe e sempre sull'ospite, le ninfe si trasformano in adulti attraverso diversi stadi evolutivi. Quindi l'infestazione si trasmette mediante il contatto diretto soggetto sano - soggetto infestato, oppure indirettamente tramite l'utilizzo di spazzole e pettini contaminati.
Anche in questo caso il trattamento diretto della parassitosi prevede l'utilizzo di prodotti insetticidi e ricordatevi che devono essere trattati tutti i soggetti venuti a contatto con gli animali parassitati, con ripetizione del trattamento dopo 2-3 settimane. Per quanto riguarda l'ambiente siamo più tranquilli, visto che i pidocchi non sopravvivono più di 2-3 giorni al di fuori dell'ospite. I pidocchi sono legati soprattutto a condizioni igieniche precarie e colpiscono generalmente soggetti giovani. Il sintomo principale è il prurito, si può evidenziare ancora un forte odore acre, il mantello opaco, la presenza di scaglie e se guardate bene vedrete i lendini appesi ai peli.
Gli ACARI:
Iniziamo con l'acaro della forfora Cheyletiella spp. responsabile della CHEYLETIELLOSI.
Ciclo biologico: gli acari adulti si accoppiano e si nutrono sulla cute, gli acari femmina depongono le uova sui peli da cui, in seguito alla schiusa, usciranno le larve ,queste si trasformeranno in ninfe sull'ospite e sempre sull'ospite diventeranno adulte. Da questo momento potranno trasmettersi ad un altro soggetto sano mediante il contatto diretto, anche se la trasmissione può essere mediata da mosche, pulci e pidocchi.
La malattia è molto contagiosa e in particolar modo nei soggetti giovani. Nel gatto si nota un aumento della produzione di forfora (tipiche sono le zone del tronco, treno posteriore, collo) con comparsa di piccole croste e papule, il prurito in questo caso è variabile. Nel cane si evidenzia pelo opaco, anche per lui forfora e (ma non sempre) tipiche papule sull'addome (le papule si possono osservare anche nelle persone che sono state in contatto con animali infetti). In ultimo è utile ricordare che gli acari responsabile della Cheyletiellosi sono ospiti-specifici e cioè la C. yasguri colpisce prevalentemente il cane e la C. Blakei si ritrova in particolar modo nel gatto a pelo lungo.
Altro acaro di frequente riscontro clinico è Otodectes cynotis responsabile della OTOCARIASI: L'infestazione da acari nell'orecchio (altamente contagiosa!) è tipica sia del cane che del gatto.
Gli acari adulti in questo caso vivono nel canale auricolare esterno, gli acari femmina depongono le uova e da qui dopo la schiusa compaiono le larve che, sempre nel canale auricolare ,si trasformano in ninfe e poi in adulti pronti a trasmettersi, per contatto diretto, ad un animale sano. Da un punto di vista sintomatologico l'infestazione acuta è evidenziabile con scuotimenti della testa e grattamento associato al prurito che può essere determinato, sia da un azione meccanica del parassita ma anche da fenomeni allergici.
In seguito a questi eventi l'otocariasi è sempre associata ad una otite esterna che si manifesta con la produzione di un cerume marrone scuro e quasi sempre (per il trauma autoindotto) con fenomeni di dermatiti che portano alla formazione di croste, scaglie ed erosioni che si estendono dalle orecchie fino alla testa e al collo. Passiamo ora alla scabbia canina alias ROGNA SARCOPTICA e alla scabbia felina alias ROGNA NOTOEDRICA: La scabbia canina è sostenuta da acari del genere Sarcoptes scabiei mentre quella felina da Notoedres cati ( è relativamente poco frequente), entrambi presentano un ciclo biologico simile che differisce di poco nella durata ( 17-21 gg per S.scabiei e 14-21 gg per N.cati). Gli acari adulti si accoppiano nella cute scavando cunicoli, le femmine gravide depongono le uova nei cunicoli praticati nell'epidermide,le uova si schiudono e fuoriescono le larve. Le larve possono rimanere localizzate nei cunicoli epidermici o vagare nella cute trasformandosi poi in ninfe e quindi adulti aspettando il povero sventurato che voleva fare solo un po di conoscenza annusando qua e là. La rogna sarcoptica nel cane è una malattia intensamente prurignosa (si grattano si grattano e si rigrattano!) e si può trasmettere anche alle persone che sono in stretto contatto con animali infetti (attenzione a papule prurignose sulle braccia e sul tronco!) Le lesioni nei nostri cani ,dopo l'avvenuto contatto, compaiono rapidamente e ben presto in seguito al grattamento evolvono a papule-croste ed escoriazioni.Non è infrequente che associato al prurito si possa avere una perdita di peso corporeo proprio per lo stress che determina la notevole sensazione di disagio. La rogna notoedrica si presenta con lesioni più piccole papulari) a rapida disseminazione , lo stesso prurignose che si localizzano principalmente sui padiglioni auricolari, testa, collo e delle volte zona perineale ed estremità. Anche per loro l'esito del grattamento porta a croste, scaglie ed escoriazioni alopeciche. E' una malattia altamente contagiosa legata a condizioni igeniche precarie, non legata all'età del gatto e che raramente viene trasmessa all'uomo al cane e al coniglio. E per finire sugli acari ci rimane la ROGNA DEMODETTICA
alias Demodicosi sostenuta da Demodex canis Rappresenta una delle più comuni malattie parassitarie della cute del cane, rara nel gatto. Gli acari adulti si localizzano nei follicoli piliferi, nelle ghiandole sebacee e nelle ghiandole sudoripare apocrine dell'ospite, gli acari femmina depongono le uova nei follicoli e nelle ghiandole, le uova si schiudono e compaiono le larve a sei arti ,come ormai sappiamo le larve si trasformano in ninfe a otto arti ( siamo sempre nei follicoli e nelle ghiandole) e quest'ultime si trasformano in adulti a otto arti, anche per loro la trasmissione ad un ospite sano è per contatto diretto. La durata del ciclo va dai 20 a 35 giorni.
La demodicosi è una malattia estremamente rara negli adulti anche se può comparire ad ogni età, la ritroviamo però sui cuccioli appena nati trasmessa a loro dalla madre infestata, subito dopo la nascita. E' un discorso legato alla maggiore sensibilità dei cuccioli, soprattutto Doberman, Pinscher e Shar-pei e a causa della predisposizione ereditaria alla malattia, le femmine che hanno contratto la malattia o che hanno partorito cuccioli con demodicosi dovrebbero essere escluse dalla riproduzione. Anche in questo caso gli acari Demodex sono ospiti-specifici. Dal punto di vista clinico riconosciamo due forme, una localizzata e una generalizzata. Nella forma localizzata possiamo riscontrare chiazze rotondeggianti con scaglie sottili ed eritema (alone rossastro), soprattutto sulla testa e sulle estremità, il prurito è modesto o assente. Nella forma generalizzata si instaura una dermatite cronica con lichenificazione (ispessimento dell'epidermide con screpolature, si ha una iperpigmentazione) e desquamazione con formazione di croste e alopecia (mancanza di pelo) in seguito al grattamento. Come avete visto quando si parla di acari prima di iniziare un qualsiasi trattamento bisogna identificarne accuratamente la specie e quindi il vostro vet si attiverà per risolvere il problema in maniera mirata. Ad eccezione del Demodex (si trasmette unicamente dalla madre ai cuccioli nelle prime 48-72 ore di vita) il trattamento dovrà estendersi anche ai soggetti venuti a contatto con animali parassitati. Per quanto concerne l'ambiente domestico la bonifica è utile nel caso dell'Otodectes e Cheyletiella in quanto possono sopravvivere al di fuori dell'ospite per diversi giorni ma per quanto riguarda il Sarcoptes scabiei, il Notoedres e il Demodex , visto il loro ciclo biologico, la bonifica ambientale non sempre può essere garantita. Passiamo ora alle Zecche. Le zecche che colpiscono il cane e il gatto appartengono per lo più alle specie Rhipicephalus sanguineus (responsabile della PIROPLASMOSI DEL CANE) e Ixodes ricinus diffuse in tutto il mondo, Dermacentor variabilis diffusa in Nord America. Analizziamo brevemente e nel modo più semplice il ciclo biologico. Gli adulti vivono sull'ospite succhiandone il sangue, dopo l'accoppiamento la femmina si lascia cadere per terra dove depone un elevatissimo numero di uova dotate di notevole resistenza (garantita dalle caratteristiche del suo guscio) e da cui origineranno le giovani zecche che dovranno "cercare" nuovi ospiti da parassitare, cosa che potrebbe richiedere molto tempo ma che non le preoccupa più di tanto visto la loro resistenza alla mancanza di cibo anche per lunghi periodi. Una volta sull'ospite cominceranno a riempirsi del suo sangue e diventati adulti si accoppieranno ricominciando il ciclo. Tutto questo ci fa capire che questi parassiti hanno una diffusine rapida ed estesa considerando sia il tempo di permanenza sul terreno delle giovani zecche che l'elevato numero di uova che depone la femmina. Sulle zecche si potrebbe parlare per ore, ma come ho detto mi limiterò a darvi solo qualche indicazione di utilità sperando vi possano servire. L'incidenza dell'infestazione da zecche dipende da temperatura, umidità e disponibilità di ospiti a cui possono trasmettere importanti malattie, cito solamente la Babebiosi l'Erlichiosi, la Tularemia , l'Anaplasmosi e anche una forma di paralisi detta appunto "paralisi da zecche". Zecche in diversi stadi del loro ciclo vitale si possono ritrovare principalmente su collo, orecchie e testa ma anche in qualsiasi altra parte del corpo. Vicino alla zecca è presente una reazione eritematosa che può evolvere in una lesione nodulare solida con un corpo centrale dovuto al morso della zecca. Ricordate che se oltre alle lesioni cutanee compaiono altri sintomi, subito dal vet che effettuerà un analisi clinica approfondita ed esami ematologici per escludere pericolose malattie sistemiche. Per rimuovere le zecche si possono bagnare con etere, alcool o olio minerale, aspettate un pochino e poi con una pinzetta dovete afferrarla il più vicino alla cute, attenzione! non afferrate il corpo del parassita ripieno di sangue, eviterete di spremere il contenuto del suo stomaco ,potenzialmente patogeno verso l'animale. A questo punto tirate con delicatezza fino alla estrazione completa del parassita, evitando che l'apparato buccale rimanga infisso nella pelle dando poi reazioni infiammatorie che esitano spesso in ascessi , infine non scordatevi di disinfettare la parte. Per quanto riguarda l'ambiente, le abitazioni o i canili, devono essere trattati con un acaricida, nelle aree in cui la presenza di zecche è elevata si può considerare la distruzione degli habitat del parassita (taglio e/o distruzione con il fuoco di erbacce e sterpaglie). Per finire vorrei parlare delle MIASI. E' causata da due specie di mosche i Calliforidi, che depositano le loro uova in gruppi su lesioni umide della cute e i Sacrofagidi che depongono direttamente le loro larve sulla cute. Le mosche quindi cercano lesioni umide per depositare le loro uova o le loro larve e quindi solitamente è presente una ferita aperta. In seguito a queste ferite possono manifestarsi infezioni secondarie e gravi stati tossiemici. Purtroppo se vi troverete di fronte a questa parassitosi non potrete sbagliarvi attenzione però! la sera quando tornate a casa date sempre un'occhiata alla pelle del vostro cane, delle volte lesioni anche piccole possono passare inosservate e nascondersi sotto il pelo dando un ambiente confortevole a questi parassiti. Mi sono trovato spesso di fronte a cani infestati e vi garantisco che lo spettacolo è veramente impressionante. |
Fonti: http://digilander.libero.it/millenniumdogs/ectoparassiti.htm