Le origini del rapporto uomo cane
Senza dubbio all'origine della convivenza tra cani e umani ha avuto un'importanza preponderante l'istinto di guardia e di difesa: tuttavia la presenza di resti ossei canini in tombe umane risalenti all'era preistorica avvalora l''ipotesi secondo cui già allora il cane potesse giocare un ruolo di “compagno”oltre che di pura “arma di difesa”.
Il cane domestico è l'esito del lunghissimo processo di addomesticamento del lupo, durante il quale il cane selvatico si è profondamente modificato dal punto di vista evolutivo e genetico. Con il tempo egli si è allontanato dalle regole più rigide che regolano la vita in natura per avvicinarsi al mondo umano.
Nella prima fase dell'addomesticamento il profilo comportamentale del cane ha subito modificazioni importanti: sono aumentate docilità, tolleranza e giocosità e diminuite aggressività, combattività e reattività. Col passare del tempo i primi cani hanno imparato a condividere con l'uomo emozioni, a decodificare alcune segnali della comunicazione verbale e non verbale, a rendersi utili nelle varie attività umane.
Tutti i cuccioli nascono, pertanto, già predisposti ad un inserimento naturale nel gruppo familiare umano e con abilità complesse orientate verso i nostri sistemi comunicativi: i cani guardano, ascoltano, seguono i loro proprietari e creano con loro legami affettivi profondi e duraturi.
Nonostante ciò, il modo di relazionarsi ed integrarsi caratteristico di ciascun cane non dipende soltanto dal suo bagaglio biologico, ma anche da caratteristiche presenti già nell'animale giovanissimo (es. estroversione, introversione, sicurezza di sé o timidezza) che evolvono a seguito di tutte le esperienze, le memorie, le strategie comportamentali e i rinforzi che si accumulano durante lo sviluppo e anche nel corso della vita adulta e che andranno poi a determinare il carattere dell'animale.